venerdì 4 dicembre 2009

#7

La fine rivela del meccanismo la forma, rendendo le traiettorie più chiare e tutto il resto più scuro.

#6

La continua sovrapposizione di azioni e reazioni rende intrinsecamente contraddittoria la dinamica politica.

martedì 24 novembre 2009

BoBoBo

Mai più spiegazioni
Nè giustificazioni
Discorsi e scartoffie senza nervi

Oggi desidero parole come vene
Pulsanti scatenanti
Un po' incoscienti


Mai più spiegazioni
Nè giustificazioni
Discorsi e scartoffie senza nervi

Oggi desidero parole come vene
Pulsanti scatenanti
Un po' incoscienti

lunedì 23 novembre 2009

#5

Accade tutto. Ogni costruzione di senso mi appare come una forzatura, come uno uno sforzo che sempre si rivela nel tempo un inganno.

mercoledì 11 novembre 2009

A te

Questa sera
Ho fame Dio cane
Questa sera
Voglio rubarti il corpo

martedì 3 novembre 2009

Riciclaggio

1.

Spegni
Quanto sei disposto a perdere?
Scegli
Togliti di mezzo per Dio

2.

In una giostra di veleni spalmavi
con l'acqua bollente
annegavi le membra provate
da un gioco invadente

In una giostra di veleni imbastivi
colori e creme idratanti
con i capelli coprivi gli occhi
per osservare meglio gli incidenti

In una giostra di veleni truccavi
Innocente come lo sarà il Potere
pregavi bestemmiando Dio
senza una storia da raccontare

In una giostra di veleni flettevi
gambe magre in una piccola chiesa
il vapore ed il sale ricordi
in quel viaggio lontano da casa

In una giostra di veleni bevevi
legata alle feste dal fango
elettrica per un ramo di sangue
sensuale come il tango

3.

Ho visto un ramo in aria
sprofondare a terra
leggero

Desiderio

I cani
divorano
la tua vergogna

domenica 1 novembre 2009

L'eclisse

quando brucia il naso
non scrivo Infinito

non chiamo non fumo
non sfioro soccorso

per un corpo già perso
il rimorso - l'eclisse

una donna senza pace
perdente - bugiardo

quando brucia il naso
non scrivo Infinito

non chiamo non fumo
non sfioro soccorso

per un corpo già perso
il rimorso - l'eclisse

una donna senza pace
perdente - bugiardo




mercoledì 28 ottobre 2009

Quando il sole non basta

Per rivederti sempre sotto casa incontrarti
nei cassonetti getto girasoli appassiti
fumo sigarette dopo caffé macchiati
ritornando lentamente verso gli abitati
con il portiere lamentoso e senza niente di te.

giovedì 22 ottobre 2009

#4

Non esistono i bravi ragazzi le brave persone. Con il tempo s'impara che a volte la coscienza va tenuta sporca, dicendone la sporcizia. Liberarsene è facile, ammetterla è molto difficile.

#3

Nella mia vita, i giorni non esistono più. Tutto scola, tutto è vibrante.

#2

E' bene non schifarsi della merda, della puzza e dei toni più rozzi, mentre al contrario, nei fatti, bisognerebbe schifarsi dell'arroganza rispettosa dell'ipocrita.

mercoledì 14 ottobre 2009

Scavando nella carne

Verrà un tempo distante - quando le mani smetteranno la magrezza –
In cui il ricordo diventerà Bellezza, mentre ora è un confuso sgorgare

#1

Pur di non cambiare le cose, a volte, riusciamo a convincerci delle bugie che gli altri ci raccontano e che agli altri raccontiamo.

lunedì 12 ottobre 2009

I meccanismi dell'autunno

Il distacco lacera senza un rumore il respiro
Non un pianto né un movimento
Né tremori né freddo

Il distacco è immobile nel suo compimento

sabato 26 settembre 2009

Appunti: Il problema del contenuto, del materiale e della forma nella creazione letteraria - 4

"A suo tempo fu proclamata la formula classica: non c'è l'arte, ci sono soltanto le arti. Questa tesi di fatto proponeva il primato del materiale nella creazione artistica, poichè il materiale è appunto ciò che divide le arti e, se è posto metodicamente in primo piano nella coscienza dello studioso di estetica, esso isola le singole arti. Ma da che cosa è determinato questo primato del materiale? Ed è esso legittimo in senso metodico?
Nella sua aspirazione a costruire il giudizio scientifico sull'arte indipendentemente dall'estetica filosofica generale, la teoria dell'arte trova nel materiale la base più stabile per una argomentazione scientifica: l'orientarsi verso il materiale crea infatti una allettante affinità con la scienza empirica positiva. In effetti lo spazio, la massa, il colore, il suono il teorico dell'arte (e l'artista) li riceve tutti dalle corrispondenti sezioni della scienza naturale matematica, e la parola la riceve dalla linguistica. Ed ecco che sul terreno della teoria dell'arte nasce la tendenza a intendere la forma artistica come forma di un dato materiale e basta, come una combinazione nell'ambito del materiale assunto nella sua determinatezza e nella sua legge scientifico-naturale e linguistica; il che darebbe ai giudizi della teoria dell'arte la possibilità di essere scientifico-positivi e in alcuni casi addirittura matematicamente dimostrabili.
Per questa via la teoria dell'arte giunge a creare una premessa di carattere estetico generale."

" Una premessa che formuliamo così: l'attività estetica è diretta verso il materiale e forma soltanto il materiale: la forma esteticamente significante è la forma del materiale, inteso in senso scientifico-naturale o linguistico; le affermazioni degli artisti che la loro creazione è assiologica, è rivolta verso il mondo, verso la realtà, ha a che fare con gli uomini, coi rapporti sociali, coi valori etici, religiosi e d'altro tipo, non sono che metafore, poichè in effetti all'artista sta di fronte solo il materiale: lo spazio fisico-matematico, la massa, il suono, l'acustica, la parola della linguistica, ed egli può assumere una posizione artistica solo in rapporto al materiale dato, determinato".

"Si può dire che l'estetica materiale - come ipotesi di lavoro - è innocua e, se si ha una coscienza metodicamente precisa dei limiti della sua applicazione, essa può diventare persino produttiva, a condizione di studiare soltanto la tecnica della creazione artistica, mentre diventa del tutto nociva e inammissibile là dove, sulla sua base, si cerca di comprendere e studiare la creazione artistica nel suo complesso, nella sua originalità e significanza estetiche."

venerdì 25 settembre 2009

Appunti: Il problema del contenuto, del materiale e della forma nella creazione letteraria - 3

"Effettivamente, l'estetico in un certo senso è dato nell'opera d'arte, e non è inventato dal filosofo; ma soltanto la filosofia sistematica coi suoi metodi può capirne scientificamente l'originalità, il rapporto con l'etico e il conoscitivo, il posto nel tutto della cultura umana e, infine, i limiti di applicazione. Il concetto di estetico non può essere derivato per via intuitiva o empirica dall'opera d'arte: esso allora sarà ingenuo, soggettivo e instabile; per autodefinirsi in modo sicuro e preciso esso deve definirsi relativamente alle altre sfere nell'unità della cultura umana".

"Soltanto la definizione sistematica nell'unità semantica della cultura supera la fattualità del valore culturale. L'autonomia dell'arte è fondata e garantita dalla sua partecipazione all'unità della cultura, dal fatto che in essa occupa un posto non soltanto originale, ma anche necessario e insostituibile; in caso contrario, questa autonomia sarebbe semplicemente arbitrio e, d'altro lato, si potrebbe imporre all'arte qualsiasi fine e destinazione, estranei alla sua natura nudamente fattuale: essa non potrebbe fare alcuna obiezione, poichè la nuda natura non può essere che sfruttata; un fatto e un'originalità puramente fattuale non hanno diritto di parola; per ottenerlo essi devono diventare senso; ma non si può diventare senso se non si partecipa all'unità; se non si accetta la legge dell'unità: un senso isolato è una contradictio in adiecto."

"La poetica, priva della base di un'estetica filosofica sistematica, diventa vacillante e fortuita nei suoi stessi principi. La poetica, definita sistematicamente, deve essere l'estetica della creazione artistica verbale. Questa definizione sottolinea la sua dipendenza dall'estetica generale."

martedì 22 settembre 2009

Appunti: Il problema del contenuto, del materiale e della forma nella creazione letteraria - 2

"E' il peccato originale della teoria dell'arte in tutti i suoi campi, peccato commesso fin dalla culla di questa disciplina: l'atteggiamento negativo verso l'estetica generale, il rifiuto di principio della sua guida. La scienza dell'arte spesso è definita mediante la sua contrapposizione a un'estetica filosofica notoriamente non scientifica. Costruire un sistema di giudizi scientifici su un'arte singola - nel caso dato, sulla letteratura - indipendentemente dai problemi riguardanti l'essenza dell'arte in generale, questa è la tendenza degli studi attuali di poetica.
Se per problema dell'essenza dell'arte si intende una metafisica dell'arte, bisogna riconoscere che la scientificità è possibile soltanto là dove la ricerca è condotta indipendentemente da simili problemi. Ma con la metefisica oggi, per fortuna, non si deve più polemizzare seriamente e l'indipendenza, alla quale pretende la poetica, acquista un senso del tutto diverso e assai triste, che si può definire come pretesa di costruire la scienza di una singola arte indipendentemente dalla conoscenza e dalla definizione sistematica dell'originalità dell'estetico nell'unità della cultura umana.
Questa pretesa, in sostanza, è irrealizabile: senza un concetto sistematico dell'estetico, sia nella sua differenza dal conoscitivo e dall'etico, sia nel suo legame con essi entro l'unità della cultura, non si può neppure individuare l'ogetto che spetta allo studio della poetica - l'opera d'arte che si realizza nella parola,- separandolo dalla massa di opere verbali d'altro tipo. "

lunedì 21 settembre 2009

Appunti: Il problema del contenuto, del materiale e della forma nella creazione letteraria

"Il pensiero semiscientifico esteticizzato, che per equivoco si chiama a volte filosofico, ha sempre avuto un debole per l'arte, sentendo il proprio legame carnale, anche se non del tutto legittimo, con essa.
Adesso la situazione sta cambiando: il riconoscimento dei diritti imprescrittibili del pensiero scientifico anche nel campo dello studio dell'arte diventa patrimonio persino di un vasto pubblico; si può quasi parlare ormai anche di un altro eccesso: la moda dello scientismo, una superficiale pseudoscienza, uno sconsiderato e presuntuoso tono di scientificità là dove il tempo della scienza autentica non è ancora maturo, poiché l'aspirazione a costruire la scienza ad ogni costo e il più presto possibile spesso abbassa estremamente il livello della problematica, impoverisce l'oggetto sottoposto a studio e sostituisce persino questo oggetto - nel nostro caso, la creazione artistica - con qualcosa di totalmente diverso."

domenica 6 settembre 2009

Alimentari, muffa e scorciatoie -4

In lontananza, come grandi labbra mollicce, le porte scorrevoli del grande magazzino-omogeneizzante attendono l'ingresso della prossima famiglia italiana. Sono milioni di puntini sbiaditi i capelli tinti-rame della madre che avanza senza ripensamenti verso la maldestra realizzazione del suo immaginario indotto. Come altrettanti puntini sono gli occhiali dalla montatura spessa che il padre democratico indossa a causa di tutti i libri non letti ma acquistati da Feltrinelli. Nel mezzo, neanche i capelli biondi e scarmigliati di una bambina riescono più a stonare con l'insegna giallastra che l'arredamentificio svedese ha scelto volutamente massiccia.

sabato 5 settembre 2009

"Un saluto ai ragazzi delle barricate che, nonostante il sudore, stringono i denti. Morte al Condizionatore!"

Pubblico qui sopra un breve comunicato del Movimento di Resistenza al Condizionatore, pervenutomi attraverso uno sgombro al cartoccio.

Per quanto riguarda le ultime notizie, fonti attendibili ritengono particolarmente incisiva la guerriglia condotta, in questi giorni, nei territori un tempo appartenuti alle antiche famiglie aristocratiche. Il sergente De Oro, uomo di fiducia del Comandante, sta conducendo le azioni con l'intrepida fermezza che da sempre lo caratterizza: ottantasette coppie di pensionati, infatti, hanno visto sequestrati i loro malefici apparecchi.
Tuttavia, il maggiore problema per il Movimento rimangono i flussi di finanziamenti occulti, gestiti dal Ministro De Longhi, che continuano ad ingrassare le casse del nemico. Occorre trovare una soluzione al problema, possibilmente non pacifica.

venerdì 4 settembre 2009

Alimentari, muffa e scorciatoie -3

Al centro di uno stanzone spoglio e coperto dal muschio, lo scheletro di una scala a chiocciola volteggia come il nastro giocoso di una ginnasta moldava. Sullo sfondo, oltre il muro scorticato, una luce biancastra sfuma i profili minuti di alcuni giovani somali che fumano e masticano, seduti tra le macerie e i rifiuti.










giovedì 3 settembre 2009

"Frutto del libero mercato senza freni, il Condizionatore ha operato e continua ad operare a danno della nostra Comunità."

Sopra al Monte detto Verde, sono riuscito ad incontrare nuovamente il Comandante. Egli ha riferito il Messaggio di cui sopra, per poi allontanarsi con decisione in sella ad uno strano aggeggio che qui tutti chiamano Esse Acca.
Per quanto riguarda la sua salute, posso dire di averlo trovato in buona forma: gobbo e barbuto come al solito! Di giorno, mi dicono, sembra passi le ore su complicati testi giuridici, mentre di notte pare si rilassi fumando delizie pakistane in compagnia delle sue truppe.

Vi terrò informati al più presto.

"Qualcosa non mi torna, o meglio: torna benissimo, ma non vorrei che tornasse. Fuori fa un caldo boia, ma in molti appartamenti no. Perchè?"

Lapidaria riflessione del Comandante del Movimento di Resistenza al Condizionatore

Dal terzo piano. Alimentari, muffa e scorciatoie- 2

Durante i primi giorni di Settembre, la metropoli-forno ancora risente di un sole sbiancante e potente che spezza il respiro e scotta la carne all'incauto che tenta di varcare il portone all'ora di pranzo. I mattoni a vista dei caseggiati riacquistano colori intensi ed oleosi solamente verso l'ora del tramonto, quando ad illuminarli soavemente non v'è più il sole inquinato delle tre e un quarto ma il buio leggero delle sette e mezza. Proprio allora le lampade giallastre delle cucine, sparse nel tenero violaceo come lucciole, rendono il condominio borghese di Roma un quadro di Hopper.







martedì 1 settembre 2009

Giochi di parole, di bassa qualità

Agli arrampicatori sociali: per avere successo, dovreste fare porno su voi stessi!

domenica 30 agosto 2009

Visione semi-automatica - 2

Molesto calpesti rinfreschi con versi arabeschi il tormento nei gesti
il tormento nei gusti degusti degusto il momento dei giusti
il momento dell'Asti calpesta i tuoi guasti maneschi
nei boschi occhi pesti i tuoi resti grotteschi
dissesti dissesto ogni testo
che aggiusto
nel tempo
nel tempio
più gonfio
di birra
più gonfia
la terra
Gomorra
sotterra
lo sbirro
che sgarra
.
.
.


martedì 23 giugno 2009

Appunti (VII) : Eretici italiani del Cinquecento

Capitolo nono

"Un altro siciliano troviamo come capo della vita spirituale degli eretici stessi in terra straniera, nel doppio senso che da lui prendono le mosse o con lui entrano in rapporto fin da principio alcuni dei più famosi fra essi, e che attorno a lui si raccoglie il gruppo degli eretici nel primo centro della "diaspora italiana", ancora vicino all patria, nei Grigioni. Nei Grigioni infatti vive ed opera, per il periodo della sua vita a noi conosciuto, il maestro di Lelio Sozzini, l'amico del Curione e di Francesco Negri: Camillo Renato, siciliano da identificarsi con tutta probabilità con il minorita Paolo Ricci, conosciuto anche sotto il nome di Lisia Fileno."

"Accanto alla dottrina del sonno delle anime dopo la morte, con la sua premessa che non può esserci vita senza corpo, e che quindi la vera vita oltreterrena comincerà solo quando tutte le anime salvate risorgeranno dopo il giudizio universale in un nuovo mondo spirituale, mentre le altre non risorgeranno, e a quella della non validità del battesimo cattolico, il Renato professava la teoria del rinnovamento nello spirito, che rende inutile ogni legge, anche quella morale. Il vero centro del suo pensiero sta in questa idea della rinascita spirituale, che rende superflua ogni legge nell'entusiasmo e nella coscienza della carità cristiana; e in questo senso va accettata la limitazione degli studiosi che, intendendo l'anabattismo in senso ristretto, negano che il Renato fosse anabattista, in quanto, pur rifiutando valore all'antico battesimo, non credeva necessario un nuovo battesimo in quanto nessun sacramento aveva per lui un valore essenziale."

"Importante è il presupposto generale, si potrebbe dire metodologico, della critica alla quale il Renato sottopone il concetto stesso dei Sacramenti. Per lui infatti l'intelligenza delle cose in genere e dei fatti della vita spirituale e religiosa, nasce dalla proprietà dei nomi: se ad una "cosa", ad un sacramento in questo caso, non conviene il nome, non gli conviene neppure il significato, l'insieme di qualità, attributi, relazioni, che sono sintetizzati nel nome stesso. Questa è la dialettica del Valla, col suo concetto delle "res" e con la sua logica fondata sulle parole e sulla grammatica, con la sua preoccupazione linguistica e puristica, e il suo sforzo di sistemare e concretare in una dottrina di valore generale lo spirito critico della sua filologia. Il Renato dimostra con osservazioni linguistiche che al Battesimo e alla Eucarestia non convengono i nomi di "suggelli confermativi né certificativi", e ne conclude che non si può dire che l'uno o l'altro dei due ultimi Sacramenti conservati dalla chiese svizzere abbiano l'ufficio di sigillare o di confermare la fede. La ragione scritturale viene solo in secondo luogo, e il Renato v'insiste meno; dopo un breve accenno egli ritorna alla dimostrazione che i Sacramenti non possono avere alcun valore oggettivo, come invece le chiese svizzere tendevano ad attribuire loro, secondo la tendenza che poi doveva condurre al Consensus Tigurinus fra zwingliani e calvinisti: Zwingli, che fino ad allora aveva offerto la critica più ardita e più coerente da un punto di vista umanistico dei Sacramenti, aveva detto che essi erano "segni", ma segni che certificavano e confermavano la comunione in Cristo (anche se puramente spirituale) e la nascita cristiana. Ma il Renato osserva che essi sono "segni, perchè significano qualche cosa", ma che non per questo sono "certificativi o conservativi della cosa stessa", perchè "altra cosa è significare, altra è confirmare". Non si può dunque trasformare il "significato" dell'istituzione sacramentale in "confermazione" di ciò che viene solamente indicato in esso; non si può dare valore oggettivo a ciò che ha valore soggettivo, spirituale."

domenica 21 giugno 2009

Appunti (VI) : Eretici italiani del Cinquecento

Capitolo quinto (seconda parte)

"Le eresie antitrinitarie e cristologiche, tendenti ora in sostanza ad accentuare la umanita di Cristo, del quale si predica la imitazione, sovente letteralmente intesa, e a minare dogmaticamente il carattere sacro della gerarchia ecclesiastica fondato sulla divinità del suo fondatore, sono molto antiche nella storia della Chiesa: e anche l'uso del battesimo degli adulti (e di conseguenza del ribattesimo all'entrare nella comunità che il battesimo della Chiesa non riconosceva) è un fenomeno ben noto nella storia dell'eresia, e si trova ad esempio già presso i Catari e Valdesi."

"Ad ogni modo, nel Cinquecento troviamo all'origine e come punto d'incontro di tutte le tendenze ereticali, l'anabattismo; e non soltanto in quel senso generico onde veniva chiamato anabattista tutto quel che non poteva venir designato secondo regole fisse nel campo religioso, ma anche nel senso specifico di movimento radicale a carattere sociale e teologico insieme, che cioè manifestava il suo radicalismo ponendo la esigenza di una società cristiana assolutamente nuova, fondata non sulla trasmissione oggettiva dei carismi o dei ministeri divini, ma sulla volontà e sulla convinzione personale. Nell'anabattismo e nei movimenti che attorno ad esso presero vita, confluivano l'insoddisfazione dei ceti popolari e di menti radicali per il trasformarsi dell'impulso originario della riforma protestante, com'essi lo avevano inteso, da rivoluzionario in tutore dello stato territoriale assolutistico o cittadino e borghese; l'impulso speculativo, l'esigenza intellettuale dell'esame completo, della ricerca e dell'affermazione della verità qualunque essa sia; e infine il realismo razionalistico e prammatistico dell'umanesimo, tendente alla effettuazione pratica immediata delle idee e dei principi ritenuti giusti e veri, fiduciosa nelle possibilità individuali dell'uomo. Queste tendenze, riunite insieme, portavano a idee non più semplicemente riformatrici, tendenti cioè consapevolmente a conservare e a rafforzare attraverso il rinnovamento l'organizzazione sociale ed ecclesiastica esistente, ma immediatamente innovatrici: idee che, sotto la pressione politica e sociale, si concretarono in movimenti rivoluzionari violenti, come quello di Munster, che furono duramente repressi."

mercoledì 17 giugno 2009

Requiem

Rimasto passeggero dietro il vetro spesso
osservo un lampione attendere il buio

Requiem parcheggiato la nebbia è valanga
Oggi vola un falco tra i larici degli altipiani

sabato 13 giugno 2009

Tre colpi

Con tre colpi diretti - Al viso
Diretto il maestro m'ha detto:
"Non abbassare la testa, guarda negli occhi!"

"Com'è umano lei!" rispondeva Fantozzi

Con tre colpi diretti - Al viso
Diretto il maestro m'ha detto:
"Togli le fascie, raccogli quei denti!"

"Com'è umano lei!" Dannati esperimenti!

martedì 9 giugno 2009

Appunti (V) : "Eretici italiani del Cinquecento"

Capitolo quinto

"Nelle dottrine degli eretici italiani del Cinquecento troviamo, intrecciate le une con le altre, idee antitrinitarie, concezioni neoplatoniche, dottrine anabattistiche, aspirazioni razionalistiche e morali di carattere umanistico. Speculazioni astruse dunque assieme a motivi etici e culturali e a formulazioni teologiche di esigenze religiose derivate da necessità sociali. Il nesso, che parrebbe a tutta prima non potersi trovare, fra le astratte speculazioni sulla Trinità e sulla scala mistica per arrivare alla contemplazione di Dio, e le spesso anche troppo concrete e radicali esigenze di rivolgimento istituzionale e sociale che si manifestavano attraverso l'affermata necessità di rinnovare il battesimo o di compierlo solo nell'età matura, sta nella speculazione cristologica, che da una parte investe il dogma trinitario, dall'altra le concezioni della Chiesa, della comunità cristiana, e della sua funzione.
In questo momento usciamo dalla Riforma potestante di Lutero e di Calvino. E' ormai comunemente accettata la osservazione del Troeltsch sul carattere "reazionario" della prima riforma: non solo Lutero e Melantone, ma anche Calvino, intendevano appartenere alla Chiesa Cattolica e Apostolica, della quale si consideravano gli unici rappresentanti legittimi per averne purificata la dottrina, tenendo fermo incrollabilmente ai simboli della tradizione cristiana e al sacro dogma della Trinità.
I mistici anelanti alla diretta fusione dell'anima con la divinità, gli aversari della Chiesa come istituzione giuridica e organizzazione politica, i visionari e gli ispirati insofferenti di regole per la retta opinione, i razionalisti indocili di fronte alle autorità, erano stati tolti dall'isolamento che li faceva procedere isolatamente o per piccoli gruppi, e si avviavano pressochè tutti verso la riforma protestante, dalla quale alcuni sembravano sperare soddisfacimento alle loro speranze, mentre altri erano respinti verso di essa dal riordinamento disciplinare e dall'irrigidimento intellettuale della restaurazione cattolica.
I tempi eroici della prima azione riformatrice erano trascorsi, le passioni erano meno calde ma più aspre e mentre la Riforma cattolica si volgeva in Controriforma, in terra protestante si procedeva al consolidamento delle conquiste raggiunte, con una mentalità spesso analoga a quella della Controriforma stessa. Quegli uomini che avevano sperato di trovare nei paesi "evangelici" la realizzazione di sogni millenari o la possibilità di una vita intellettuale spregiudicata come quella dei tempi anteriori alla crisi si trovarono naturalmente dalla parte della Riforma; ma finirono per formare entro di essa un gruppo irrequieto e irresoluto, che ebbe in sostanza solo la funzione di critica interna della Riforma stessa e preparatrice dell'età dei lumi. "

Appunti (IV) : "Eretici italiani del Cinquecento"

Capitolo Quarto

"La soluzione dei problemi etici e religiosi non veniva cercata più in quella scienza ecclesiastica di Dio, che aveva creato una organizzazione dottrinale, giuridica, disciplinare grandiosa, ma in quel momento aveva perduto la coerenza interiore con sè stessa, e mancava di una salda base nelle coscienze, dal momento che la gerarchia contravveniva a quella legge che imponeva altrui, anzichè sottoporlesi spontaneamente. L'interesse per le dottrine riformate proveniva in questa situazione da quanto in esse v'era di antiteologico, insieme antiintellettualistico e antitradizionalistico, onde potevano attirare mentalità filosofiche, mentalità politiche e mentalità religiose.


Così, fra i riformatori italiani, alcuni presero a diffondere le dottrine valdesiane, altri quelle della confessione augustana, cioè del Melantone, altri ancora quelle zuingliane, mentre si faceva sempre più vivo quel movimento di "riforma cattolica, come sarà poi chiamato, che ha i suoi rappresentanti più famosi nel Sadoleto e nel Contarini, e il suo documento più notevole nel "Consilium de emendanda ecclesia" del 1538."

"Il movimento dell'anabattismo italiano presenta il carattere particolare di aver raccolto subito intorno a sé soprattutto uomini di bassi ceti sociali, e di aver subito accettato le dottrine estreme che nel campo teologico aveva cominciato a diffondere il Serveto, fondendo così motivi religiosi sociali, radicalismo teologico, tradizione umanistica e misticismo religioso in una comune tendenza a semplificare la dottrina cristiana fino all'estremo, e a conservarne in fondo solo i motivi etici, che verrà presto considerata come tipicamente "italiana" negli ambienti della riforma protestante. Anche l'anabattismo italiano, dopo un primo periodo di rigoglio, cede alla repressione, pur continuando a vivere occultamente per qualche tempo, fino alla fine del secolo; anch'esso da origine ad una emigrazione notevole, la quale è però più di persone isolate che di larghi gruppi, e dà origine al movimento ereticale italiano del Cinquecento."

domenica 7 giugno 2009

Visione semi-automatica

Passamontagna in testa Cosa Nostra fa Festa alla Mostra imposta
bustarelle alla Casta in una lotta tra galli intrattiene Magalli
Tutti Frutti frulli banchieri e Licio Gelli Regola Roma l'offesa
baciata la voglia annusata lecchiamo
la foglia sotto chi ha voglia
in voga chi paga
invoca la droga
in voga la foga
Italia che prega
Italia d'Amici
Amici e Maria
Tele Gerarchia
Augura a tutti
buon Divertimento

Cristiano

Cristiano per anni secondo

lavora di notte
ha occhi grigiastri

Sotto la doccia
confessa l'amore

Cristiano per donne sposate







Punta lo stagno

In fondo al piatto
insistono i resti

Intestino di grano

Tra l'acqua oleosa
insistono i resti

Cottura dodici minuti

venerdì 5 giugno 2009

Appunti (III) : "Eretici italiani del Cinquecento"

Capitolo terzo

"Ad ogni modo il mondo della cultura e quello della più larga vita religiosa italiana sembrano prender più larga notizia di Lutero e della sua riforma solo dopo il Sacco di Roma, che attira l'attenzione sull'importanza delle nuove idee, scuotendo la fiducia mistica nell intangibilità della Santa Sede la quale sembrava dover potere superare tutte le tempeste nonostante le malefatte e le debolezze umane. Infatti il Torquato pone la sua profezia dell'avvento di Lutero tutt'in un blocco con la profezia del Sacco di Roma: nella sua mente, come probabilmente nella mente dei più larghi strati del popolo italiano, e anche delle generalità degli ecclesiastici e degli umanisti, Lutero era rimasto fino a quel momento un eresiarca grande, appoggiato da grandi principi, e forse anche un più fortunato pseudoprofeta. Col Sacco di Roma invece egli diventa il rappresentante maggiore della giusta punizione divina per la corruzione della cristianità e degli ecclesiastici che la guidano, il provocatore, se non diretto, mediato, della trasformazione dei riti e e delle leggi ecclesiastiche, l'avviatore, attraverso il flagello dell'eresia, dell'auspicata riforma."

"L'interesse dei laici italiani per Lutero, per quanto ne abbiamo notizia, era dunque, in questi primi momenti, generico, di carattere più morale e politico, che dottrinale e volto agli elementi specifici delle idee di Lutero. Anche l'interesse per i libri dei capi protestanti fu generico in coloro che cominciarono a procurarseli, e che vi cercavano la tradizionale polemica contro le degenerazioni degli ordini religiosi vedendo nelle nuove dottrine soprattutto nuovi argomenti. Così quel tipico rappresentante degli interessi della cultura italiana del secolo che fu il Brucioli si mostra nel 1528 più anticlericale in senso moralistico, cioè convinto che le istituzioni ecclesiastiche dovessero venir riformate per togliere gli abusi e la corruzione, e che la sorveglianza della vita morale dovesse venire data alle autorità civili (comunali nella sua mente di repubblicano), che riformatore in senso preciso. Per il Brucioli, come per tanti savonaroliani, riforma politica, ritorno alla organizzazione comunale, e riforma religiosa, ritorno alla devozione antica e alla serietà religiosa, facevano tutt'uno: ma si trattava di opposizione al costituirsi del principato e alla indifferenza religiosa degli umanisti, più che di idee nuove, o atte a incanalare e a guidare le nuove esigenze."

mercoledì 3 giugno 2009

Una vita distante

Ho taciuto fin qui
quest' esilio interiore
che sbatte e che preme
sotto il manto inferiore
di una contraddizione
vibrante una vita
distante

Ho taciuto fin qui

venerdì 29 maggio 2009

Appunti (II) : "Eretici italiani del Cinquecento"

Capitolo secondo. La predicazione apocalittica di riforma e la crisi del Rinascimento.

"Il Concilio provinciale fiorentino promulgato da Giulio de' Medici per riprendere ed applicare nella città del Savonarola i decreti di riforma della Chiesa del Lateranense [..] non ha avuto grande eco nella storia politica né in quella religiosa di Firenze, benché sembri rientrare nel quadro generale della politica medicea di questo periodo, volta a cattivarsi gli animi dei fiorentini attraverso il soddisfacimento delle loro aspirazioni."

"Un'altra proibizione il Concilio fiorentino del 1517 riprende dal Lateranense, applicandola a casi specificamente fiorentini: quella del libero e ispirato predicare, e quella del profetare vicino il tempo della grande trasformazione e del giorno del Giudizio."

"E non si trattava soltanto di predicatori savonaroliani, come il famoso fra' Teodoro, che si spacciava per "papa angelico", predicando la "renovatione della Chiesa, e ne' tempi nostri", o come il predicatore dei fanciulli, Pietro Bernardo o fra' Bernardino."

"Si tratta dell'espressione di un disagio religioso largamente diffuso nei ceti popolari come pure nella classi più colte, e che si manifesta in diversi luoghi con gli stessi caratteri di energia vaga e indeterminata. Non si può certo riportare al savonarolismo il procedere di quell'eremita senese che appare a Bologna nel 1517 "vestito di colore bigio con i piedi scalzi", facendosi chiamare "missus a Deo", predicando senza farsi annunciare dalle campane, discendendo dopo la predica a riposare fra il popolo, sulle panche di tutti, e non chiedendo altra elemosina "che quanto gli bastasse di vivere parcamente di giorno in giorno" : povertà dunque nel senso più letterale, e accentuazione del dispregio per le differenze gerarchiche fra il comun popolo cristiano e il "messo da Dio"."

"Era "la voce di eremiti e profeti, i quali apparendo d'improvviso, traevano gli animi di molti... verso visioni minacciose e apocalittiche di rovina e di disperazione". Queste voci religiose della crisi italiana non avevano in genere che rapporti molto lontani con il savonarolismo."

"Il carattere di questa insoddisfazione e di questa attesa generale riguarda, da una parte, la cultura umanistica e i suoi rapporti con la tradizione dottrinale cattolica: si sente il bisogno di un ripiegamento, di un ritorno ai motivi originariamente cristiani anche per la cultura filosofica; si incomincia ad avere timore dello sviluppo della filosofia e del pensiero razionale. E questo momento si unisce al fermento mentale delle popolazioni, fuori della ristretta cerchia dell'umanesimo, attraverso la insoddisfazione per la situazione morale e per la corruzione dei costumi tanto nella società laica quanto in quella ecclesiastica. Nella incertezza delle coscienze l'anticlericalismo dei predicatori vaganti, dei visionari, degli ispirati, trovava un facile appiglio di esaltazione..."

giovedì 28 maggio 2009

Appunti: Eretici italiani del Cinquecento

"Il lavoro si è venuto configurando come una ricerca sulla attività e sulle idee di alcuni gruppi di intellettuali italiani, attratti dall'ideale di una maggiore serietà morale e religiosa, da ogni punto di vista considerata, venuti per questo ideale in lotta con le autorità dei loro paesi..."

Capitolo Primo. Umanesimo e problemi religiosi

"Dopo il Savonarola, la tendenza dei laici a occuparsi di problemi religiosi assumeva una maggiore energia e un carattere particolare; l'interesse dell'umanesimo per i problemi religiosi non era solo di carattere filosofico generale, ma anche teologico ed etico-politico, volgendosi a problemi che fino a quel momento si solevano riservare al clero, regolare o secolare, a causa delle loro implicazioni pratiche.
In questa forma consapevole e polemica il nuovo modo di affrontare i problemi tradizionali si era presentato anzitutto nel Valla. Oltre che nelle opere più note dell'umanista romano, accenni di polemica teologica ispirata a motivi filologici si trovano anche nelle Elegantiae, dove il Valla polemizza spesso anche contro filosofi come Boezio, introducendo nella cultura italiana il gusto della ermeneutica filologica, il desiderio di conoscere precisamente il significato delle parole, per non lasciarsi traviare da splendori di oratoria eloquenza o da pregiudizi, reverenze, tradizioni"

"Il metodo ermeneutico giuridico e teologico, trasportato nel campo della cultura nuova, letteraria e filosofica, tutta compenetrata di preoccupazioni di rinnovamento morale, acquistava valore profondamente rivoluzionario. Poiché la precisione e la chiarezza delle parole e dell'intendimento del loro significato hanno importanza puramente tecnica, di purezza terminologica, quando rimangono limitate a problemi specifici e particolari, ma assumono importanza decisiva e fondamentale quando riguardano problemi universali, di idee. L'esigenza posta dal Valla era quella di portare all'espressione piena e precisa le esigenze morali della nuova società italiana che si sentiva aduggiata da formulazioni e tradizioni culturali ormai vuote di sostanza e ridotte in grande parte a schemi e convenzioni."

"Nelle scuole, i metodi della critica razionale, astratta, così importanti altra volta, si isterilivano in vuoti formalismi; portando questi metodi nella cultura viva, il Valla fece loro riacquistare la originaria energia e il primitivo significato di istanza critica, e insieme la loro importanza per la vita politica, intesa non nel senso di rapporti fra potentati, ma di lotta degli uomini per le istituzioni che debbono regolare la loro convivenza."

"Ma quando uomini di cultura umanistica volsero il loro interesse di laici, partecipi del moto della riforma religiosa ma sciolti, dopo il distacco dalla tradizione cattolica, da preoccupazioni di ortodossia, all'esame delle questioni religiose, ricorsero ai criteri ermeneutici del Valla..[..]..e si può dire che gli eretici italiani del Cinquecento fossero condotti sulla strada che li doveva portare così lontano non solo dalla tradizione cattolica ma anche dalle esigenze religiose della Riforma, proprio dalla coscienza del valore che pei problemi che li agitavano aveva il nuovo consapevole linguaggio, il nuovo modo di studiare il significato delle parole per raggiungere la verità al di là di ogni altra preoccupazione."

"Un altro grande passo nel campo dei problemi della teologia e della religione cristiana aveva compiuto la cultura laica dell'umanesimo attraverso il circolo fiorentino del Ficino e del Pico e dei loro amici di tutta Italia."

"Non si tratta soltanto del fatto che Marsilio Ficino accanto alle meditazioni e costruzioni filosofico-religiose accentrate sull'inizio del quarto evangelo ci ha lasciato un commentario all'Epistola ai Romani, che affronta molti problemi, continuando fra l'altro quella critica al testo della Vulgata che era stata iniziata dal Valla, e avvicinandola a quel tipo di trattazione che doveva poco tempo dopo venir ripresa da Erasmo con tanto successo; ma soprattutto dell'importanza che hanno avuto gli accenni e gli spunti di critica implicita e inconsapevole al dogma basilare della tradizione dottrinale del Cristianesimo, che si possono trovare nei trattati e nei commentari platonici del Ficino: gli accenni al dogma della Trinità."

"Dallo stesso movimento fiorentino, tendente alla dimostrazione razionale e consentanea alla nuova cultura delle verità tradizionali della fede, procede una reazione fideistica, e quanto alle possibilità della filosofia, profondamente scettica: scettico infatti è il pensiero di Giovan Francesco Pico della Mirandola riguardo all'assunto del Ficino di fondare la fede cristiana sulla filosofia antica, platonica e aristotelica insieme."

"Questi motivi di scetticismo di fronte alle grandi speranze degli umanisti, e di ripiegamento su posizioni fideistiche, troveranno anch'essi la loro esplicazione manifesta portata all'estremo nel pensiero degli eretici italiani, che spesso passano dalle argomentazioni razionalistiche più ardite alle posizioni mistiche e devozionali più affini alla tradizione."






sabato 11 aprile 2009

Ai quattro lati di ciò che m'ha lasciato

La solitudine che fischia nell'orecchio
è un cane che abbaia
un tavolo quadrato vivo a un solo lato

La solitudine è un angolo da riempire
con pochi versi
incisi su un tovagliolo stropicciato.

venerdì 10 aprile 2009

Terra Disco Inferno

In un secchio di latta
budella melmose di pesci squartati

Interessi di una Terra Disco Inferno

In un secchio di latta
la trama vischiosa di un Paese pugnalato
come Giuliano durante la messa

Scola in una lotta tra famiglie

Pazzi e pugnali
Schiuma di nervi pulsanti
ragnatele di muco verdastro

Nuovi tumulti per lo Stato della Chiesa

In un secchio di latta
birra e scatolette di tonno

Interessi di una Terra Disco Inferno

giovedì 9 aprile 2009

Alla madonna del petrolio

Sempre scomodo il corpo
per la dolce lunatica
che accarezza la vendetta
con cui il tempo ci condanna

Morte in scena

Sgombrati dal passaggio di un passato
che non sembrava passare

Tutti ti vedono

Senza ascoltare

giovedì 2 aprile 2009

Se potessi a Trastevere con Cecco

1.

Tre cose solamente m'ènno in grado,
le quali posso non ben ben fornire,
cioè la donna, la taverna e 'l dado:
queste mi fanno 'l cuor lieto sentire.

Ma si mme le convene usar di rado,
ché la mia borsa mi mett' al mentire;
e quando mi sovien, tutto mi sbrado,
ch'i' perdo per moneta 'l mie disire.

E dico: "Dato li sia d'una lancia!",
ciò a mi' padre, che mmi tien sì magro,
che tornare' senza logro di Francia.

Ché fora a torli un dinar più agro,
la man di Pasqua che ssi dà la mancia,
che far pigliar la gru ad un bozzagro.

(Cecco Angiolieri)

martedì 31 marzo 2009

Banalità (indigeste)

Un giorno rallenterai,
fermandoti sul bordo di una strada.

Sconosciuti si allontaneranno.

E la tua indispensabile superficialità
rivelerà profondità nascoste.

lunedì 30 marzo 2009

Di nuovo accanto

Sul foglio respira
l'insonnia di una notte,
lampada che illumina
un mestiere buio.

lunedì 23 marzo 2009

Flessioni-ri-flessioni

La conoscenza è sofferenza

mercoledì 25 febbraio 2009

Dal nono piano. Alimentari, muffa e scorciatoie

Interdetta, osserva qualcosa in alto a destra grattandosi il capo.
I capelli corti e arruffati le cadono in due ciocche sfilzate sull’occhio verde che brilla nonostante una metà del viso sia messa in ombra. L’altra metà invece splende sporca, illuminata dalla finestra di una stanza disordinata, e mette in risalto la mascella squadrata e un paio di labbra sottili che schiuse mostrano due grossi incisivi bianchi.
Al collo porta collanine da due soldi. Indosso una felpa slargata. Rimane bella nonostante l’eroina, vivendo sempre come appena svegliata.

lunedì 23 febbraio 2009

Edna

Per la strada, non più bambina,
scorre tonda e silenziosa Edna.

Con occhi orientali, un giorno,
scavò un pavimento estraneo,
perchè la madre la mostrava:
"Ho una figlia molto grassa!"

Per la strada, non più bambina,
scorre tonda e silenziosa Edna,
dolce esperta d'elettronica, che
alla domanda morde il labbro.

domenica 8 febbraio 2009

Esponenziali



Ho iniziato per gioco in salotto,
duplicando formiche nere.
Da due a quattro da quattro a otto,
sul pavimento osservarle
affrontare un deserto di pane,
ordinate sfilare
attraverso muraglie babilonesi,
due mesi rimasi
storto
ignorando che ambissero al collo.

Poi tutto a un tratto la crisi,
quei morsi,
il controllo che persi,
e allora...

Piccole formiche nere
iniziarono per gioco in salotto
duplicando piccole formiche nere.

















giovedì 5 febbraio 2009

-Rubare! Come hai potuto? Non hai imparato niente da quello lì che fa i sermoni in chiesa… ehm… capitano… come cavolo si chiama? Noi viviamo in una società di leggi! Perché credi che ti ho portato a vedere tutti quei film “Scuola di polizia”… per divertirti?! Beh io non ho sentito ridere nessuno! E Tu?...... Eccetto quello lì che faceva il rumorista… bllll… uoh uoh… prr prr… aho aho aho… ech tsccccc… dehhiiii oh uh… Dov’ero rimasto… ah già, sta alla larga dalla mia birra!!-

Homer Simpson

lunedì 26 gennaio 2009


VERA VITA
Testo di R.A.K estratto dall'album"VERA VITA"
www.myspace.com/rakof34 /arnebeats/34specialroma

In strada lotta per la vita cerca vie d'uscita/
prima che sia tardi sia finita prossima fermata bada
34/ avanti a testa in alto/ coioni sull'asfalto
giocano a chi è il più matto

La droga e altro spaccano menti e quartieri
giorni neri che confondono i pensieri/ quando speri/
de risveiatte meio de com'eri a esse sinceri
pochi so sicuri d'esse veri e seri/ ceri

accesi al cimitero e alla madonna
svogo insonnia co la voia de di boia alle cazzate
riposo n pace come il cane che ora non abbaia ROYCE
sarò sempre me stesso finchè tirerò le cuoia

e so ste sere quelle in cui corri in mezzo alle pere
e speri di non dover piu vedere mettersi a sedere/ No!/
chi te vole bene e preme il seme della malavita
ogni quartiere sà che a breve un altro la farà finita

RIT per 2 volte

é vera vita / è sofferenza è na storia riuscita
è nimbastita è na ferita è sangue sulle dita
è vera vita/ è la coscienza de n falla finita
è la speranza che sta vita sia riuscita

Vera vita intrisa qui nella metropoli nel rap monopoli/
L'avidità fa guadagna contanti ai poveri
l'infamità dei forti crea discepoli e poi sudditi
ai limiti / della sopravvivenza intensa la giornata

na pischella in strada grida mentre viè stuprata
vita consumata vale più de na pezzata
e nse ripaga co ladroga na sorella rovinata/
e ne coi soldi/ è nimpressione che n te scordi

quando vivi ai bordi e mordi come ogni cane randagio
incorri/ In faccie espressione ambigue
il volto di un bambino ride L'eroina uccide
e il sangue cola giù dalle ferite

ancora dite e solite cazzate
e comitive rovinate e le porte incendiate n so bastate
la vera vita non è a rate e quindi combattete
perchè da un giorno all'altro n ve risveierete

RIT per 2 volte
é vera vita / è sofferenza è na storia riuscita
è nimbastita è na ferita è sangue sulle dita
è vera vita/ è la coscienza de n falla finita
è la speranza che sta vita sia riuscita


La srada fa da ring un finto king vuole bling bling
la guardia coll' auricolare a sede dice cin cin
vita da slot machine con il 34 team
R.A.K dj nidal mi fratello e giordy beat

Pischelli sullo zip sp marmitte da moto gp
le guardie sempre lii buffi che fanno impazzi da mori
e chi dipigne in metro b sente questa roba qui

Roma trema e vuole l'R.A.P /
senza radio raim ma Do the right thing come spike lee
Oltre ai tg le fanzine e la bella vita vip
Cè la vera vita chi ogni uomo puo impazzi

ogni serpente cambia pelle se a stagione sta a fine
ogni coione po spaccia senza fasse zitti
non te strani se poi senti na quantità de falsità infinita
Saprai distingue e riconoscere che

é vera vita / è sofferenza è na storia riuscita
è nimbastita è na ferita è sangue sulle dita
è vera vita/ è la coscienza de n falla finita
è la speranza che sta vita sia riuscita

domenica 18 gennaio 2009

In carrozza appisolato
Arrotolo una spezia
Mentre sbratta vino il socio
Convinto d'innaffiare l'asfalto.

domenica 11 gennaio 2009



Questione
immorale

Diritti
disumani

Eroi della merenda

S'acceca nel pio compimento
la vera natura del fine trastullo

Coscienza lambita dal vizio
mollume fischiante
dai nervi viluppo

Così come il fiacco meriggio
godeva l'inerzia d'un giovane assorto
Sapeva d'amore selvaggio
quell'umile affronto
calcato da un libro

RWLF

domenica 4 gennaio 2009

Vorrei stare a Vienna e a Calcutta.
Prendere tutti i treni e tutte le navi,
fornicare con tutte le donne e strafogarmi con tutti i piatti.
Mondano, chimico, puttana, ubriacone, musicista, operaio, pittore,
acrobata, attore, vegliardo, bambino imbroglione, teppista, angelo e festaiolo,
milionario, borghese, cactus, giraffa o corvo,
vigliacco, eroe, scimmia, dongiovanni, pappone, lord,
contadino, cacciatore, industriale, fauna e flora.
Io sono tutte le cose, tutti gli uomini, e tutti gli animali!

Arthur Cravan
(“Poète et boxeur”)