domenica 23 maggio 2010

Strazzulla - 5

Il passaparola continua a fornirci dettagli sulla tragica vicenda consumatasi questa mattina in un quartiere periferico di Strazzulla. Pare che, salendo le scale al quarto piano del municipio, un uomo, con il viso coperto da passamontagna, abbia estratto all’improvviso dalla giacca un diamante, per donarlo ad un’avvenente signora che in quel momento gli si era ritrovata davanti. Per lo spavento, probabilmente un infarto, la donna è crollata a terra reggendosi al passamano.

Il sindaco si è detto sconvolto, addolorato e commosso; per questo, e non per altro, ha dichiarato lo stato di emergenza. Il suo medico di fiducia in una conferenza stampa lo ha definito incapace di reggere emotivamente la situazione; e ora, proprio in questo momento, pare che egli si stia aggirando isterico nei bar di un quartiere chiamato Tropea. I suoi occhi, come testimoniano in molti, esprimono il panico di un uomo legato al mondo dei videogiochi d’azzardo.

La rappresaglia comunque non si è fatta attendere. Membri della famiglia D’onofrio hanno malmenato i pensionati del quartiere Porticelle, in fila fuori alla posta, in attesa delle loro pensioni. Mazze chiodate sono state schiantate sopra a montature di celluloide per ottenere vendetta. E anche e soprattutto perché questa ritorsione appare sconnessa con i fatti prima riportati è bene sottolineare che in questo collegamento del tutto artificioso esiste una fiammella di verità.

A non dimostrarlo sta il fatto che, nel pomeriggio, i numerosi giornalisti che avevano tentato di esporre questo legame sono stati spediti per direttissima al macello istituzionale situato vicino Porta Cedrata. Le carrozze dei treni utilizzati per trasportarli esorbitavano; mentre alla stazione si potevano ascoltare e vedere gli strepiti e le smorfie di gran parte di quel loro affezionato pubblico che li ha denunciati, uno dopo l’altro, senza pietà.

“Eravamo stufi!” gridavano “Volevamo qualcosa di nuovo! E voi non ve ne siete accorti!”. Poveri colleghi! Non avevano compreso il pericolo derivante dai quei vortici che occasionalmente inghiottiscono nel fango schiumante i corpi più disordinanti, e che poi ne restituiscono alcuni in un secondo momento, quando riemergono in superficie quelle teste congelate cosparse di fiori di loto e incorniciate da biografie altisonanti.

La storia d’altronde non è nuova: tanto tempo fa strangolarono al mercato un vecchio chiacchierone solamente perché aveva annunciato di volerla smettere di chiacchierare. Quel giorno, in tutta la città, cominciarono ad accendersi nella notte dei piccoli fuochi, come piccole fiaccole alle finestre. Era il messaggio che la comunità non lo avrebbe perdonato. Perché dai ruoli imposti, si sfugge soltanto a caro prezzo.