domenica 28 dicembre 2008

Se potessi realizzare un desiderio 
Lei ti accarezzerebbe il volto ancora 
Ringraziandoti con gioia 
Della verità

Tu senza tante storie
Hai sacrificato il tempo per Domeniche 
Facendo quello che io 
Non ho mai visto fare ad altri.

Tutto il tuo amore non detto Giorgia
E' la sostanza d'una riconoscenza rara.

mercoledì 24 dicembre 2008

Fumo senza filtro,
fragile equilibrio
in contatto con tutto.

sabato 20 dicembre 2008

Politici corrotti. Persone indignate.  Studenti depressi e ragazze impegnate. 
Tuo padre a lavoro. Il cugino in galera. La crisi economica. Perlata la sera. 
Il traffico asiatico. Le dita nel culo. Bambini viziati e i concorsi truccati.
Salotti romani. Champagne sulle troie. Dei parlamentari le piccole gioie. 
 
Tre mesi di piogge
Ma
Bruno Vespa difende sempre il Cardinale. 

  

   

domenica 7 dicembre 2008

Balzac scrisse: "La gente è, del resto, piena d'indulgenza per la padrona di un salotto in cui ci si diverte".   
Forse è per questo che i politici del Pdl ignorano un problema politico oggettivo come il conflitto di interessi? 

sabato 6 dicembre 2008



Semplice come una raffica di mitra
La rivoluzione
Impetuosamente tu
Attaccano il vortice di luce.

Non per niente sembra
Come non è mai stato…
Cedere, vendere.

Sette rintocchi per un valzer
Da consumarsi preferibilmente.

Intatto.

A. De Large

mercoledì 26 novembre 2008


La discoteca del paese rumoreggiava senza sosta.
La strada per il quoziente è lontana.
Le soluzioni sono per i pivelli
Le buone letture no.
Intonaco.
Blu.

Il nostro preside appesantiva la mongolfiera razzista.
La lettiga controllò che fosse tutto a posto.
Da che il mondo è mondo, giace.
Nessuno è nessuno qui.
Sono libero.
Ok.

La lettera scritta dal mignolo non è mai arrivata a destinazione.
Il futuro verrà presentato in prima visione.
L’accetta accetta tutti ma non qui.
Vatti a sposare a Las Vegas
Non qui.
Ok?


A.De Large

domenica 16 novembre 2008


Come un pagliaccio di rabbia che
la voluttuosa dispersione ringhia,
in questa nostra terra di nessuno,
sbronzo sbucciavo
bicchieri di liquore
sbandierando sbobba da sbandato.

Volevi il mio passato?
Eccolo.

domenica 2 novembre 2008

Nasceva, come la mattina
vomitando tutto il suo calore luminescente
per quella terra incancrenita che lo aveva voluto
più di ogni altra cosa al mondo.

Si districava tra rottami di carne
e cimiteri arrugginiti di piante odorose e assonnate,
che spargevano giù nella valle il sentiero per ritrovare la sua baracca.
E lì si gettava verso il suo campo,
accarezzato dall’alito caldo delle cortecce cispose
con le quali scivolava tra i disperati scintillii dell’alba
che infuocavano, inutili, i contorni delle cose.

Quando lavorava,
bevendo la sua pelle e sfidando le nuvole indifferenti,
mille lupi azzurri si riunivano in segreto per cantare le sue gesta,
giù dietro la collina sanguinolenta assetata di brina e malinconia.
Dove lui per pudore si vergognava di arrivare con lo sguardo.

Aspettava suo padre, che ogni anno partiva cantando
quando il vento diventava più leggero per essere inseguito fin sopra la radura,
dove scavava a mani nude nel sottobosco crepitante e limaccioso
cercando corone bizantine, benedette dalla saliva dei cinghiali e dagli umori delle allodole.

Solo quando le mani ridiventavano di rame e pietrisco
come gli scogli di quella spiaggia ammutolita che non aveva mai visto
decideva di riportare la sua spedizione solitaria sui passi sonnolenti del ritorno.

Lui lo vedeva riscendere acclamato da brandelli di polvere rossastra
che formavano torme brumose di pappagalli caraibici,
ed insieme ricercavano il letto nel buio dei loro occhi,
annusando la pasta di castagne sui piatti sporchi
e le mani di sua nonna ammuffite sul legno della credenza.

Lo trovava sempre il suo letto, come ogni sera,
prima di iniziare a sognare l’azzurro inafferrabile del freddo lago d’estate,
dove ogni mattina si risvegliava sorridente
pensando a tutto il male che augurava a quel mondo di paglia.

RWLF

giovedì 23 ottobre 2008

Tende di rossa corteccia accese dal sole
suggeriscono tempi passati al mio delirio
suggeriscono tempi passati al mio pensarti

domenica 19 ottobre 2008

Giornate, ahimè, di appiccicosa febbre. Motivi ricorrenti: 1) un chiodo che ti trapana il cervello 2) una bocca foderata di plastica 3) il divano, il letto e poi ancora il divano.

sabato 11 ottobre 2008

Soffoca le lacrime,
soffri in silenzio,
in questa Roma che struscia
è il dolore che ci forgia.

mercoledì 24 settembre 2008

Primi giorni del 1789. Sieyès interpreta le ambizioni della borghesia e scrive:
"Il piano di questo scritto è piuttosto semplice. Abbiamo tre domande da porci: 1) Che cos'è il terzo stato? Tutto. - 2) Cosa è stato, fino ad ora, nell'organizzazione politica? Niente. - 3) Cosa chiede? Di diventare qualcosa".
Tutto, niente e qualcosa. La storia incede, la borghesia lotta e alla fine diviene quello contro cui lottava. Il proletariato antiborghese a questo punto attacca, è costretto a farlo, è una necessità si dice... E allora?
Abbiamo tre domande da porci: 1) Che cos'è l'immigrato? Tutto. - 2) Cosa è stato, fino ad ora, nell'organizzazione politica? Niente. -3) Cosa chiede? Di diventare qualcosa".

giovedì 18 settembre 2008

Non è mia intenzione scrivere l'ennesimo articolo su Berlusconi.  Mi interessa solo fare un'osservazione sul linguaggio utilizzato in politica e nel giornalismo.

Roma, 23 dicembre 2005. Durante una conferenza stampa, Berlusconi, per rispondere (o forse per non rispondere) alla domanda di una giornalista dell’Unità, mostrava un vecchio numero proprio dell'Unità, uscito nel 1953 in occasione della morte di Stalin, dove venivano pubblicate parole di cordoglio.
“Ecco cosa scrivevate nel ’53, inutile cercare di correggervi, siete complici di milioni di morti!”. Così Berlusconi attaccava, quasi quattro anni fa, quello che continua da anni a definire, in maniera molto manichea, “il giornale dell’odio”.

Ora, questo episodio sintetizza tutta la scaltrezza politica di un linguaggio a cui siamo ormai abituati ed al quale ormai tendiamo ad uniformarci. Un linguaggio a cui molto ha contribuito la diffusione della televisione,  delle immagini e dello spettacolo.  Un linguaggio che punta soprattutto a meravigliare, a stupire, a convincere. 
Così, ad esempio, Berlusconi, che di questo linguaggio è un abile utilizzatore, risulta convincente, proprio come le cianfrusaglie proposte in pubblicità. 
Tutto consiste nel fare leva sull'irrazionale, per confondere l'interlocutore, volutamente ignorando ogni contestualizzazione. A questo punto la "vittima", spaesata, completamente ubriacata da immagini ad alta gradazione, si affida ai grandi pifferai. 
Questo metodo, questo linguaggio,  che poi riflette un modo di essere, uno stile di vita, ormai fa parte di noi. E' così. Le idee più assurde divengono realistiche e legittime, al punto che inevitabilmente qualcuno utilizza quelle stesse idee e quello stesso metodo per attaccare gli avversari che a loro volta  diffondono assurdità. Tutto è un ciclo. 
Per esempio nel caso Mangano ( lo stalliere di Arcore/ boss mafioso).
Molti sanno infatti che Berlusconi, tempo fa, ha sentenziato: "Mangano è un eroe!". Qualche sera fa però il programma di Lucarelli su Rai tre manda in onda il passaggio radiofonico dal quale sono stati tratti molti articoli. E' possibile ascoltare: - (sintetizzo) alcuni magistrati avevano tentato di fare pressione su Mangano, per estorcergli dichiarazioni scottanti su di me (Berlusconi), in cambio di una riduzione di pena. Mangano non ha mai accettato e io considero il suo rifiuto: un comportamento eroico. -
Per attaccarlo tanti giornalisti riportano semplicemente ciò che non è mai stato detto, ovvero: "Mangano è un eroe!". E allora giù articoli, giù servizi al telegiornale, la gente ne parla e il messaggio passa...
Ma, se il messaggio è un'invenzione, un taglia e cuci, un copia e incolla, una non-verità, questo non importa. I giornalisti attaccano Berlusconi usando il suo stesso linguaggio, sempre strumentale, e contribuiscono a diffondere questo metodo. 
Qualcuno, a questo punto, potrebbe certamente dire: queste sono sottigliezze,  la cosa veramente grave è stata associare un mafioso ad un comportamento eroico. 
I casi però sono due: o Berlusconi ha parlato in quel modo perchè è colpevole e il comportamento  di Mangano è eroico solo dal suo punto di vista, oppure Berlusconi è innocente e il comportamento eroico non è che un comportamento onesto. 
Il problema non è quindi cosa pensa Berlusconi di Mangano, ma cosa ha fatto o non fatto Berlusconi. Io su questo non ho certezze, ma ho un'opinione. I giornalisti però alla ricerca di un pubblico il più vasto possibile, tranciano ogni riflessione e spacciano opinioni e pregiudizi come verità, creando ulteriore confusione. In cerca di lettori o di elettori, quello che conta è il numero. Solo questo. Tutto è un ciclo quindi, sempre più assurdo.

p.s. Naturalmente io non credo affatto che un boss della mafia come Mangano facesse lo stalliere ad Arcore solamente perchè non era stato possibile trovare stallieri in Lombardia. Ma questo è un altro discorso.....

mercoledì 17 settembre 2008

Il mio socio piscia a dirotto, smascellando,
strofinando i denti con i denti.

Ha la mano appoggiata al muro
e il capo che preme sulla mano.

Ha desideri violenti e un sorriso perfido
quando spacca tre bottiglie di vino in gola.

E allora carne, denaro e ferro
è l'animale bellezza del suo sguardo.

Monello attaccabrighe insegue
frivole fanciulle,
scippa plotoni di beghine
spargendo terrore ottomano.

L'unica lacrima che sotterra,
è per un vecchio professore,
impiccato da una timidezza delusa,
che non ha mai trovato spazio.

lunedì 15 settembre 2008

La Libertà è tornata al governo, la maggioranza degli italiani l'ha votata e il Popolo la venera senza farsi tante domande. Il Popolo non ama "rotture di palle", preferisce il "Bagaglino" al "teatrino della politica", così come un donnaiolo vigoroso e determinato ad un professore poco attraente. Le libertà che il Popolo intende difendere non sono però le antiche libertà anglosassoni, ma quelle italiane di sempre: me ne frego, oggi come allora.   

sabato 13 settembre 2008

CANZONE DEL PADRE 

- Vuoi davvero lasciare ai tuoi occhi
solo i sogni che non fanno svegliare. - 
- Sì, Vostro Onore, ma li voglio più grandi. -
- C'è lì un posto, lo ha lasciato tuo padre.
Non dovrai che restare sul ponte
e guardare le altre navi passare
le più piccole dirigile al fiume 
le più grandi sanno già dove andare. -
Così son diventato mio padre
ucciso in un sogno precedente
il tribunale mi ha dato fiducia
assoluzione e delitto lo stesso movente.
E ora Berto, figlio della Lavandaia,
compagno di scuola, preferisce imparare
a contare sulle antenne dei grilli
non usa mai bolle di sapone per giocare;
seppelliva sua madre in un cimitero di lavatrici
avvolta in un lenzuolo quasi come gli eroi;
 si fermò un attimo per suggerire a Dio
di continuare a farsi i fatti suoi
e scappò via con la paura di arrugginire 
il giornale di ieri lo dà morto arrugginito,
i becchini ne raccolgono spesso
fra la gente che si lascia piovere addosso. 
Ho investito il denaro e gli affetti
banca e famiglia danno rendite sicure,
con mia moglie si discute l'amore
ci sono distanze, non ci sono paure, 
ma ogni notte lei mi si arrende più tardi 
vengono uomini, ce n'è uno più magro, 
ha una valigia e due passaporti,
lei ha gli occhi di una donna che pago. 
Commissario io ti pago per questo,
lei ha gli occhi di una donna che è mia,
l'uomo magro ha le mani occupate, 
una valigia di ciondoli, ha un foglio di via. 
Non ha più la faccia del suo primo hashish 
è il mio ultimo figlio, il meno voluto,
ha pochi stracci dove inciampare
non gli importa di alzarsi, neppure quando
è caduto:
e i miei alibi prendono fuoco
il Guttuso ancora da autenticare
adesso le fiamme mi avvolgono il letto
questi i sogni che non fanno svegliare,
Vostro Onore, sei un figlio di troia,
mi sveglio ancora e mi sveglio sudato, 
ora aspettami fuori dal sogno
ci vedremo davvero,
io ricomincio da capo.

( Testo di F. De Andrè - G. Bentivoglio)

venerdì 12 settembre 2008

" Nella mia attività di intagliatore del legno, di scalatore e di autore ho imparato che l'importante è togliere. Dal tronco grezzo è necessario levare materia per dare una forma; nell'arrampicata bisogna ridurre al massimo i movimenti altrimenti ci si stanca. E nello scrivere, bisogna selezionare le parole. Mi metto lì e scrivo mille pagine. Poi inizia il lavoro di cesellatura che porta il libro ad assumere una forma ben definita sacrificando la maggior parte delle parole che ho tirato giù, per arrivare all'essenziale. " Da un'intervista a Mauro Corona.

mercoledì 10 settembre 2008

Il dibattito sui problemi dell'Italia è incessante. La rivelazione di Quelo, al Pippo Kennedy show,  ci convince sempre di più: "C'è grossa crisi!". Crisi politica, crisi economica, crisi della giustizia,insomma  crisi ovunque! E la maggior parte dei media pompano queste crisi. Con esperienza, consapevoli di doverlo fare dolcemente. Gradualmente. Questo compito essi lo assolvono con ostinazione, tenaci come formichine, distraendoci dalla vera questione del nostro paese: la crisi culturale, abbastanza evidente e se vogliamo drammatica. Crisi soprattutto della cultura intesa come metodo, come carattere. Come buona parte dei nostri politici, il nostro carattere è divenuto corrotto. E questa è la sorgente del nostro fiume di errori. Un esempio: i telegiornali piazzano puntualmente le loro telecamere a due centimetri dal viso di persone in lacrime per qualche tragedia privata. Ora,  se siamo in tanti ad essere d'accordo sul fatto che questa è una pratica un tantino morbosa, sono sempre ancora troppi coloro che vi si prestano senza problemi. E infine, per concludere non vi siete anche voi stufati della voce di Mollica?  
 

lunedì 8 settembre 2008

C'è qualcuno fra di voi che conosce il Senatore di Forza Italia Giampiero Cantoni? Si..? No..? Beh,  io da pochi minuti! Sinceramente, non l'avevo mai sentito nominare prima. Su You Tube è disponibile un filmato dove questo signore di 69 anni viene intervistato dalla televisione australiana durante un servizio su Beppe Grillo. A quanto pare, il senatore è un industriale, un professore e un vecchio amico dell'attuale Presidente del Consiglio. Ora,  nonostante sia un tantino preoccupante il fatto che non mi sia stupito nè della sua condanna per corruzione, nè del suo culto per il capo del governo: "Io lo ritengo un genio, non è un uomo normale", devo confessare di non aver potuto resistere alla seguente frase: " Io diffido degli uomini con le mani pulite perchè spesso sono uomini che hanno sempre tenuto le mani in tasca e quindi non si sono mai sporcati, perchè non hanno mai lavorato in momenti difficili del proprio paese e della propria vita".  Allora, un secondo..., a questo punto ho bisogno di chiarezza! Le mani in tasca...La mia maestra delle elementari odiava le mani in tasca...Forse Cantoni condivide con lei questa orribile fobia? Oppure, come credo, egli ha involontariamente rivelato tutta l'ipocrisia di chi applica per sè un metro diverso da quello utilizzato per gli altri? Il senatore ci vorrebbe convincere ad usare tolleranza zero contro droghe e immigrazione, ma poi tanta tanta comprensione verso quell'industriale sbarazzino con il vizietto della mazzetta che in tempi difficili si è sporcato le mani...Eh no, caro Cantoni! Questo suo  crudo realismo o vale per tutti o non vale per nessuno...

domenica 7 settembre 2008

Questa torrida domenica di settembre sembrava non avere nulla da regalarmi tranne lo scirocco, qualche ora di studio svogliato, tanto sudore e una tavola da sparecchiare.  All'improvviso però, scartabellando ( come direbbe un mio vecchio amico)  repubblica on line, ecco che trovo la perla rara!  L'articolo: "Il Papa: servono politici cattolici che siano competenti e rigorosi", neanche a farlo apposta è affiancato dalla pregnante notizia: " E' una pornostar la nuova miss maglietta bagnata". Ma io dico, neanche la persona meno predisposta all'umorismo su questa terra, potrebbe ignorare questo sorriso regalato al mondo! Adoro queste associazioni che di continuo ci rifilano telegiornali e media in generale! Tante risate da una parte, tanta paura dall'altra!