martedì 31 agosto 2010

Di sola esaltazione?

Gradisco
accendere
il culo alle gazzelle

Sono il malvagio, Amici!
Gli occhiali scuri sul Potere
nell'intervista dell'insonnia

5 commenti:

giardigno65 ha detto...

occhio a quando saltano !

toupie ha detto...

occhi di carbone

Anonimo ha detto...

navarre...fallo un colpo di telefono ad un compagno.

adl

Navarre Raee ha detto...

La strada. La Metropoli:

- Strangolare. Un uomo. Strangolare. Un uomo con un bicchiere di grappa in bocca. Strangolare. Le guance si gonfiano come due palloncini. Strangolare. Un rigagnolo di grappa sgorga dalle labbra. Strangolare.

- No! Vaffanculo! Portami una bottiglia e vattene!

Gingko ha detto...

Un commento al commento più che al post.
Credo che in esso venga a tema un protocollo ricorrente dell'agire, quasi una marca antropologica. Vogliamo uccidere, vorremmo uccidere, eliminare il "nemico", ovvero nient'altro che la causa il più delle volte immaginaria del nostro dolore e della nostra oppressione. Nessuno è colpevole individualmente della miseria dell'ubriaco. Eppure egli nota che qualcuno è meno misero di lui, e ciò basta a renderlo colpevole ai suoi occhi. Vuole uccire, trasferire su qualcun altro la sua sofferenza (anche confessarla è in certa misura uccidere). Tuttavia la sofferenza è una buona brodaglia primordiale, è calda e rassicurante, e già avvertirla ci fa sentire protagonisti, continuando a bere, e questa rassicurazione è di per se già abbastanza gratificante da poter sostituire il trasferimento materiale della sofferenza.