Al centro di uno stanzone spoglio e coperto dal muschio, lo scheletro di una scala a chiocciola volteggia come il nastro giocoso di una ginnasta moldava. Sullo sfondo, oltre il muro scorticato, una luce biancastra sfuma i profili minuti di alcuni giovani somali che fumano e masticano, seduti tra le macerie e i rifiuti.
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