domenica 2 novembre 2008

Nasceva, come la mattina
vomitando tutto il suo calore luminescente
per quella terra incancrenita che lo aveva voluto
più di ogni altra cosa al mondo.

Si districava tra rottami di carne
e cimiteri arrugginiti di piante odorose e assonnate,
che spargevano giù nella valle il sentiero per ritrovare la sua baracca.
E lì si gettava verso il suo campo,
accarezzato dall’alito caldo delle cortecce cispose
con le quali scivolava tra i disperati scintillii dell’alba
che infuocavano, inutili, i contorni delle cose.

Quando lavorava,
bevendo la sua pelle e sfidando le nuvole indifferenti,
mille lupi azzurri si riunivano in segreto per cantare le sue gesta,
giù dietro la collina sanguinolenta assetata di brina e malinconia.
Dove lui per pudore si vergognava di arrivare con lo sguardo.

Aspettava suo padre, che ogni anno partiva cantando
quando il vento diventava più leggero per essere inseguito fin sopra la radura,
dove scavava a mani nude nel sottobosco crepitante e limaccioso
cercando corone bizantine, benedette dalla saliva dei cinghiali e dagli umori delle allodole.

Solo quando le mani ridiventavano di rame e pietrisco
come gli scogli di quella spiaggia ammutolita che non aveva mai visto
decideva di riportare la sua spedizione solitaria sui passi sonnolenti del ritorno.

Lui lo vedeva riscendere acclamato da brandelli di polvere rossastra
che formavano torme brumose di pappagalli caraibici,
ed insieme ricercavano il letto nel buio dei loro occhi,
annusando la pasta di castagne sui piatti sporchi
e le mani di sua nonna ammuffite sul legno della credenza.

Lo trovava sempre il suo letto, come ogni sera,
prima di iniziare a sognare l’azzurro inafferrabile del freddo lago d’estate,
dove ogni mattina si risvegliava sorridente
pensando a tutto il male che augurava a quel mondo di paglia.

RWLF

4 commenti:

Navarre Raee ha detto...

Rwlf , esploratore inarrestabile, da tempo percorre con coraggio sentieri inesplorati. Fu il primo, ad esempio, ad avvistare un esemplare di Lubamba.
Questi sono i suoi bellissimi versi...

Unknown ha detto...

Quando cascò la notte decisi di stuprare il firmamento, ma mi arresi dolcemente dopo cena quando vidi Capezzone volteggiare sul mio naso soffocando le sue membra con bandieruole colorate e defecando foglie di mirto appassite dalla condensa di quelle inenarrabili flatulenze... lì capii l'infinito e decisi di violare col silenzio me stesso.

RWLF

Navarre Raee ha detto...

Maledette banderuole colorate!

Anonimo ha detto...

Il principino d'Orleans conscio del suo status
impose ingenti dubbi alla folla plaudente.

intasato da un messaggio incomprensibile palpeggiò audacemente una giovane romena.

Lì per caso.


no?
no.



A. De Large